Da Boston nel 2003 a Possum Update e Penguin 4.0 nel 2016, Google ha riformato negli anni i suoi algoritmi per un web che guarda al futuro tecnologico per un’interpretazione matura e intelligente delle ricerche utente.
Negli ultimi anni Google ha dato priorità alla qualità dei contenuti approfonditi, backlink naturali e di qualità, ottimizzazione mobile, Bounce Rate basso.
In questo periodo di rivoluzione tecnologica senza precedenti l’incertezza è dilagante: quale strategia SEO adottare? Su quali fattori di ranking bisogna puntare?
Siamo convinti più che mai che il futuro del SEO è legato al presente sviluppo di AI (Artificial Intelligence) e all’IoT (internet of things), quanto al passato tradizionalista del web.
Guardando al presente e al futuro i fattori legati all’ottimizzazione mobile sono fondamentali:
- Design responsive
- UX adeguata all’utente e al dispositivo
- Velocità del sito
- Sicurezza del protocollo HTTPS
- Ottimizzazione delle immagini (dimensione e tag non trascurabili)
Per venire incontro ad un futuro, segnato da comandi vocali sfruttati da Google Assistant e IoT, i nostri contenuti dovranno essere di qualità e progettati per garantire una perfetta interpretazione del testo: ricerche vocali con intere frasi provocheranno un’incremento esponenziale nell’uso delle keyword.
I fattori tradizionali continueranno, sempre e comunque, ad avere un grande impatto sul ranking e ad influenzare la progettazione dei siti web: ottimizzazioni on-page e backlink autorevoli sono alla base di qualsiasi strategia di posizionamento nella SERP.
Non meno importante e che molto spesso viene sottovalutato è lo studio della struttura dei link interni e della gestione ottimale di menu, paginazione e filtri.
Una struttura SEO-oriented che mantenga una UX di alto livello e che abbia una buona struttura di backlinks distribuisce in maniera ottimale il Rank tra le diverse pagine del sito, premiando quelle che ci permettono un maggior numero di conversioni.
In conclusione Google impara dal passato e adatta le strategie alle richieste dell’evoluzione tecnologica, aggiungendo nuove metriche più efficaci o eliminando quelle ormai obsolete ed inapplicabili.
Noi non possiamo che seguire il cambiamento e adattarci nel tempo ai fattori dettati da Google.
Citando Leon C. Megginson “Non è la più intelligente delle specie quella che sopravvive; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova”.